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La Scuola “Madre Orsola Mezzini” è un Istituto paritario cattolico diretto dalle Suore della Piccola Missione per i Sordi, che operano nel campo dell’educazione intellettuale, morale e religiosa dei giovani, con particolare riguardo ai fanciulli privi o con deficit dell'udito, attuando strategie mirate al loro recupero per un efficace integrazione nella realtà che li circonda.
Dall’anno scolastico 2002/2003, proprio al fine di realizzare al meglio la formazione e l'integrazione dei bambini audiolesi, la Scuola ha inteso aprire le porte a tutti alunni, senza limiti e riserve, sia per
Fedeli al mandato ricevuto dal proprio fondatore, Don Giuseppe Gualandi, le Suore, i docenti, i collaboratori volontari e Sr. Gabriella Teresa Ferri, Dirigente Scolastica pro tempore, hanno la priorità di attuare il carisma dell’ EFFATA (1).
L’ APRITI, infatti, prevede un cammino educativo e culturale che aiuta e conduce i bambini a scoprire se stessi, gli altri, il mondo e le cose che lo circondano, con il costante l’impegno morale e professionale di tutti gli operatori.
I docenti sono impegnati a stimolare i bambini ad APRIRSI:
* alla vita e al mondo, con fiducia in se stessi e negli altri, per comunicarsi la voglia di vivere, la gioia di esistere e la gratitudine per il dono della vita;
* alla ricerca della storia personale dell’altro, ascoltando, comprendendo, entrando in relazione e assumendo atteggiamenti di empatia e di carità;
* alla cultura del cuore e della vita, traendo dalle emozioni quotidiane sentimenti positivi che consentiranno la realizzazione di VALORI;
* ai diritti inalienabili, ai valori della giustizia, della pace, dell’amicizia, della solidarietà, della condivisione;
* al sapere attraverso i linguaggi, le esperienze, la partecipazione, l’osservazione, la collaborazione, la condivisione di progetti comuni.
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(1) Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,31-37)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».